PERUGIA – L'omaggio floreale in occasione della Festa degli Innamorati, secondo un'indagine svolta tra i vivaisti di Cia - Agricoltori italiani dell'Umbria, resta il dono più gradito da fare alla propria dolce metà.
Bouquet e piante da interno in via di diffusione tra le valutazioni dei consumatori, ma sono i fiori recisi ad avere la meglio come scelta d'acquisto. Specialmente le rose, che si confermano in cima alla classifica delle preferenze spesso abbinate ad oggettistica a tema, come ad esempio gli orsacchiotti di peluche. Ma c'è di più.


«Molto richieste e apprezzate sono anche le piante di orchidea - fa sapere Salvatore Di Leva di Castiglione del Lago - e sta ritornando in voga la mimosa. Inoltre, ci sono numerose persone che intendono fare dei semplici pensieri e si appoggiano a piccole piantine stagionali come le viòle e le primule che fioriscono con l'addentrarsi della primavera».


«Riscuote notevole successo anche l'anthurium, una pianta d'appartamento dal colore rosso, simbolo di questa festa - è la testimonianza di Francesco Pucci di Castiglione del Lago - ciò nonostante le rose rimangono la decisione più gettonata». 

 

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Mario Illuminati «Non è vero che tutti i problemi del settore devono essere risolti a livello europeo»


PERUGIA - Due capre morte a seguito dell'attacco di un branco di lupi e altre due mancanti. In Umbria è ancora emergenza lupi ai danni ad attività agricole e zootecniche. L'episodio è avvenuto nei giorni scorsi in un allevamento a Gubbio, a poco più di 100 metri dalle case abitate. Il secondo attacco in 8 mesi nella stessa zona. E se le aree interne sono sicuramente più colpite, oramai gli animali selvatici, in branchi più o meno grandi, che si avvicinano pericolosamente non solo gli allevamenti ma anche i centri abitativi.


«Se le cose non cambiano per i nostri allevatori viene meno il diritto di fare impresa – ha detto Mario Illuminati membro del comitato esecutivo di Cia Umbria e responsabile regionale per Zootecnica - . Gli attacchi degli animali selvatici mettono in ginocchio gli allevatori e la zootecnica umbra. Non è vero che tutti i problemi del settore devono essere risolti a livello europeo, la Regione Umbria può fare la sua parte. Servono urgentemente delle misure specifiche e mirate, come dei contributi una tantum per cani da guardiania, come già avviene in altre regioni. Ma anche degli aiuti per installare delle recinzioni commisurate al numero di capi ovino – caprini posseduti e per i bovini recinzioni della zona parto o primo periodo di vita dei vitelli per chi fa allevamento allo stato brado o semibrado. E ancora, tra le misure che potrebbero aiutare le aziende zootecniche c'è anche il contributo di recinzioni anti cinghiali e ungulati nelle zone svantaggiate dove l'allevamento è il reddito principale dell'azienda per garantire la produzione di cereali e leguminose per l'alimentazione dei propri animali calcolando la superficie da recintare in base alle unità di bestiame adulta, ovvero la dimensione aziendale dell'allevamento, possedute e di conseguenza la quantità minima di cereali e leguminose necessarie per l'uso esclusivamente aziendale e stabilendo comunque un limite». Questo perché il danno causato non è solo il mancato raccolto annuale che potrebbe essere anche risarcito, ma è proprio l'impossibilità di produrre tali colture nel lungo periodo e assolutamente necessarie con relativo aumento dei costi perché costretti a comprarli altrove.


E infine l'appello di Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale: «Chiediamo la convocazione urgente del tavolo verde in Regione per discutere delle problematiche e cercare soluzioni immediate».


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PERUGIA – «Istituire al più presto al ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, un tavolo tecnico sulla birra, con tutti gli attori protagonisti». Lo ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vicepresidente nazionale con delega al settore birrario, in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge "Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale".

Il settore delle birre agricole e artigianali, negli anni passati e poco prima della pandemia stava raggiungendo dei livelli di assoluto interesse da parte di molti operatori, in larga parte giovani e giovanissimi. Un percorso di crescita che come Cia abbiamo subito iniziato a seguire con attenzione, anche per le filiere produttive di base come l'orzo per la maltificazione e il luppolo. Purtroppo poi la pandemia ha dato un colpo durissimo al settore, fatto di aziende piccole, di recente fondazione.

«Ciò nonostante - aggiunge il presidente di Cia Umbria - il comparto ha dato prova di grande resilienza, reagendo con numeri importanti. Secondo il Registro delle imprese CCIAA, nel 2022 le realtà che producono birra in Italia hanno raggiunto le 1.326 unità toccando un totale di circa 10mila occupati diretti, più l'indotto, con una crescita rispetto al 2015 del 104% in termini di birrifici e del 22% in termini di addetti. L'Italia si colloca con un incoraggiante sesto posto a livello europeo (dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda) per numero di birrifici e al nono per volume di produzione con 17,6 milioni di ettolitri prodotti nel 2021. E poi c'è il modello Umbria, una realtà unica perché vede presenti birrifici artigianali d'altissima qualità e leader dell'innovazione, insieme al modello di filiera del luppolo presente in Italia e ad una produzione regionale di malto d'orzo che ha consentito la nascita di una vera e propria filiera corta. Tanto che in Umbria il luppolo è stato inserito dalla Regione tra le filiere strategiche».

In questa direzione Cia ha dato vita, due settimane fa, agli Stati Generali della Birra nella prestigiosa sede dell'Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo con la presenza di tutta la filiera, e con la partecipazione del sottosegretario Giacomo la Pietra. «E' il nostro contributo ad un percorso che spero porti in tempi stretti a misure che possano valorizzare al meglio il comparto».

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