Cia dell'Umbria: no alla TASI sui fabbricati rurali strumentali

La direzione regionale della Cia ha chiesto la modifica del decreto-legge
Nei giorni scorsi si è riunita a Perugia la direzione regionale della Cia dell'Umbria che, tra l'altro, ha affrontato i temi di più stretta attualità riguardanti il settore agricolo. Nella sua introduzione il presidente regionale della Cia, Domenico Brugnoni, si è soffermato, in particolare, sul recente decreto-legge n. 16 del 6 marzo con il quale il governo è intervenuto in materia di fiscalità locale apportando modifiche significative al nuovo tributo comunale sui servizi indivisibili detto TASI. Alcune si possono configurare come miglioramenti del testo originario introdotti dal governo su sollecitazione della Cia e del coordinamento Agrinsieme: l'esclusione dei terreni agricoli dal nuovo tributo; l'eliminazione del riferimento alle aree scoperte; la precisazione che anche le aree edificabili, qualora possedute da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali iscritti all'Inps, possono essere considerate come terreni agricoli e, quindi, escluse dal pagamento della TASI. "Tuttavia – ha sottolineato il presidente Brugnoni – è grande la nostra preoccupazione per il problema dei fabbricati rurali strumentali che la nuova TASI include tra gli immobili da tassare indipendentemente dalla loro ubicazione e destinazione. Di conseguenza – ha continuato il presidente regionale della Cia – anche se ubicati in territori montani o svantaggiati che né l'ICI né l'IMU hanno mai sottoposto ad imposizione, dovranno subire il prelievo nella misura dell'1 per mille del valore imponibile. Si tratta di una decisione inaccettabile che va modificata anche perché – ha concluso Brugnoni - il governo pretende una tassa per l'erogazione di servizi indivisibili, quali la manutenzione delle strade e l'illuminazione pubblica, uguale sia per gli edifici ubicati nelle aree urbane che per quelli ubicati nelle aree rurali, quando tutti sanno che l'incidenza di tali servizi è molto più alta nelle aree urbane." La direzione regionale della Cia dell'Umbria ha, quindi, approvato un ordine del giorno attraverso il quale ha chiesto con forza al governo, al Parlamento ed alle forze politiche di riconsiderare questa decisione fortemente penalizzante per l'agricoltura, in particolare per quella delle aree marginali la cui ridotta redditività rischia di essere ulteriormente e fortemente tagliata da questo nuovo orpello impositivo.

Perugia, 17 marzo 2014

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