Lupi, in Umbria è allarme rosso

Continuano le aggressioni, l'ultima a Passignano sul Trasimeno

Ormai i lupi non si fermano più e continuano a depredare le campagne della nostra regione senza che alcun ostacolo venga loro frapposto. La Cia dell'Umbria, negli ultimi giorni, ha raccolto denunce di produttori ed allevatori colpiti dai continui attacchi che, ormai, mettono in pericolo anche l'incolumità loro e dei loro familiari. L'ultima aggressione segnalata, in ordine di tempo, riguarda alcuni capi ovini di proprietà di un'azienda agricola con attività di fattoria didattica nel territorio di Passignano sul Trasimeno. Sono anni, ormai, che la Cia dell'Umbria segnala queste malaugurate circostanze ed avanza specifiche proposte alle autorità competenti per tentare di contenere questo fenomeno e, più in generale, quello della eccessiva presenza di selvatici (cinghiali in primis) nella nostra regione; purtroppo, ad oggi, non vi sono state risposte efficaci ed il dramma di chi vive ed opera in campagna viene vissuto con distacco ed indifferenza da parte di chi dovrebbe mettere in atto strategie di contenimento del danno e prevenzione. I lupi, tra l'altro, colpiscono in prevalenza aziende zootecniche in aree marginali della regione dove insistono allevamenti di pregio (bovini di razza Chianina allo stato brado, alpaca, ovini di razza Appenninica) come è accaduto e tuttora accade a San Venanzo, Umbertide, Pietralunga e in Val Nerina, arrecando un enorme danno economico a chi, con grande fatica e sacrificio, contribuisce in maniera determinante a mantenere produttivo un territorio che, altrimenti, sarebbe definitivamente abbandonato a se stesso. Per la Cia dell'Umbria le autorità competenti devono, pertanto, prendere atto che secondo le stime più recenti, rilanciate nei giorni scorsi anche da Repubblica, la popolazione attuale di lupi sull'Appennino supera di gran lunga le 2mila unità: una situazione assolutamente diversa rispetto a quella di qualche decennio fa, quando il lupo era una specie in via di estinzione ed era stato annoverato tra le specie protette. Il Ministero dell'Ambiente, sulla scia di quanto già stabilito in altri Paesi europei come Francia, Spagna e Svezia e recependo una proposta avanzata dalla Cia in incontri ed audizioni in Parlamento, ha elaborato un documento con il quale introdurre una deroga che preveda la possibilità di cattura dei capi in soprannumero. Nel frattempo comunque – secondo la Cia dell'Umbria – è assolutamente necessario ed urgente indennizzare per intero gli allevatori colpiti e studiare con attenzione, sia a livello regionale che interregionale (soprattutto con Marche e Toscana), soluzioni praticabili per tentare di eliminare o, almeno, ridurre fortemente il preoccupante fenomeno.

Perugia, 17 febbraio 2016

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Febbraio 2016 15:45
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