Seminario sul registro telematico vitivinicolo

BENE IL TESTO UNICO IN MATERIA E L'ANNUNCIATA PROROGA DEL REGISTRO TELEMATICO AL 30 GIUGNO PROSSIMO
L'UMBRIA, NEL 2016, HA AUMENTATO L'EXPORT DI VINO DELL'11,35, CONTRO UNA MEDIA NAZIONALE DEL 3,3%

E' stato accolto positivamente l'annuncio della proroga del periodo di accompagnamento per l'applicazione dei registri telematici vitivinicoli. Ora Cia chiede al Ministro delle Politiche Agricole, Martina di rendere operativa tale decisione con specifico decreto. Se ne è parlato questa mattina nel corso del seminario sul "Registro telematico vitivinicolo", promosso dalla Cia dell'Umbria, presso l'azienda agricola Brugnoni, a Perugia.
"Una necessità quella della proroga – è stato il commento dell'Agronomo esperto in vitivinicolo Franco Agostini – che consentirà alle aziende di organizzarsi al meglio con le nuove modalità e di superare le problematiche informatiche relative all'inserimento dei dati nella piattaforma del SIAN". Il termine ultimo è, infatti dovrebbe passare dal 30 Aprile al prossimo 30 giugno.
L'incontro è stato anche occasione per parlare del Testo unico della vite e del vino.
In proposito, Giovanni Dubini, vicepresidente Cia Umbria e titolare di una delle cantine più blasonate della regione, Palazzone di Orvieto, ha sottolineato come "l'Italia sia stato il primo Paese in Europa a dotarsi di una legge che raggruppa e semplifica tre importanti norme base per il settore che riguardano tutto l'iter produttivo del vino: dalla vigna, alla cantina, alla commercializzazione. L'auspicio è che il Testo unico faccia chiarezza e snellisca il pesante assetto burocratico e legislativo. Occorre, tuttavia, attendere i decreti attuativi per comprenderne fino in fondo la portata. La Cia ha chiesto di seguire alcune priorità nei decreti, tra cui lo schedario vitivinicolo, i consorzi di tutela e i controlli". In realtà, il registro telematico riguarderebbe solo una piccola quota di produttori: "delle 50 mila aziende in Italia, 30 mila sono sotto i 50 ettolitri e quindi esentate dal registro telematico. Delle 20 mila che rimangono, 17 mila hanno provveduto, seppure con le difficoltà informatiche".
Il primato produttivo vitivinicolo dell'Italia a livello mondiale è di 48,5 milioni di ettolitri - ha ricordato Agostini - e il settore vitivinicolo rappresenta anche nella nostra regione una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare. La superficie vitata regionale è di circa 13.000 ettari pari all'1,9% del dato nazionale. La dimensione media delle aziende viticole umbre è di poco superiore all'ettaro. La produzione regionale di vino, a seconda delle annate, è circa l'1-1,5% del totale nazionale.
"Negli ultimi anni - ha sottolineato Dubini - gli imprenditori umbri per aumentare la competitività del settore vitivinicolo hanno investito molto sulla qualità delle produzioni, con interventi nei vigneti e nelle cantine, con azioni di promozione, innovazione e sostenibilità ambientale delle produzioni. Un trend positivo rilevato anche nell'export dei vini umbri: da gennaio a settembre dello scorso anno, rispetto allo stesso periodo del 2015, le esportazioni di vino da parte delle aziende vitivinicole umbre sono cresciute dell'11,3 per cento a fronte di una media nazionale del 3,3 per cento, con i vini a Denominazione di Origine che a loro volta crescono in volume e in valore".
Per Giovanni Goglia, direttore ICQRF Toscana e Umbria (Ispettorato centrale repressione frodi) "il nuovo sistema rappresenta un contributo rilevante alla semplificazione e un taglio alla burocrazia. L'Italia è il primo paese al mondo a vantare un'esperienza di questo tipo e l'ICRF il primo interlocutore impegnato a rispondere alle esigenze di un'utenza in una fase transitoria senza l'applicazione del severo sistema sanzionatorio".

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