Cia dell'Umbria: scrivere insieme una nuova pagina della storia dell'agricoltura regionale

BARTOLINI CONVOCA GLI STATI GENERALI DELL'AGRICOLTURA E INDIVIDUA LE PRIORITA' D'INTERVENTO: "RIMUOVERE BUROCRAZIA E INEFFICIENZE, SEMPLIFICARE, RIDARE VALORE ALL'AGRICOLTORE E RIVEDERE IL SISTEMA DEI PAGAMENTI E DELL'ENTE EROGATORE"

"Scriviamo insieme una nuova pagina della storia dell'agricoltura umbra": è questo l'appello del presidente della CIA- agricoltori italiani dell'Umbria, Matteo Bartolini che, dopo le diverse e distinte manifestazioni dei giorni scorsi, invita all'unità per il bene del settore. Non nasconde la gravità delle problematiche, si pone al fianco degli agricoltori, di chi "produce, si prende cura ogni giorno della nostra terra, di chi la modella, la preserva" e, dopo la proposta concreta di chiedere alla Regione di farsi da ponte fra Agea e agricoltori per risolvere il problema dei pagamenti arretrati, ora è la volta di un nuovo progetto: istituire in Umbria gli "Stati generali dell'agricoltura".
"Occorre partire dal basso – spiega il presidente - ascoltare e far parlare tutti: agricoltori, consumatori, fruitori delle aree rurali, il mondo dell'artigianato, del turismo e del commercio, le associazioni ambientaliste, le altre associazioni, l'università, fino alle istituzioni. Insomma, affermare un nuovo modello di agricoltura costruito, seme dopo seme, in modo condiviso. Così come ha fatto il commissario europeo Phil Hogan per la Pac, ispirandosi ai principi della trasparenza e della partecipazione attiva".
Punto di partenza, la burocrazia: "Burocrazia, dacci un taglio", è "il motto in cui dobbiamo iniziare a credere ed è l'obiettivo che ci impegneremo a perseguire, chiedendo al governo di predisporre precisi provvedimenti in questa direzione. Ogni anno le imprese agricole perdono 110 giornate di lavoro per adempiere agli obblighi burocratici e spendono oltre 3 miliardi per la burocrazia (un'azienda impiega mediamente 269 ore l'anno, secondo il Centro Studi Impresa Lavoro)".
Il presidente ricorda poi che l'agricoltura è "il fiore all'occhiello dell'economia nazionale, è produttore di benessere e salute, è rappresentativo del "made in Italy, è attrattore turistico e custode dell'ambiente e del paesaggio. Ben pochi altri settori racchiudono in sé tutte queste proprietà che, purtroppo, non vengono riconosciute all'imprenditore agricolo. Ancora oggi, all'imprenditore agricolo rimane solo il 17% del costo del prodotto, che non può e non potrà mai ripagare gli sforzi e il duro lavoro degli agricoltori".
La politica agricola, le problematiche irrisolte rischiano di gettare alla deriva un settore di primaria importanza. "Noi della Cia riteniamo ormai inaccettabili, ma soprattutto irreali, le giustificazioni e le risposte finora date agli agricoltori, a partire dal sistema dei pagamenti, sia di Agea, sia quelli del piano di sviluppo rurale. Appare inverosimile che nel mondo 4.0 un problema informatico blocchi per tre anni i pagamenti! E' una palese offesa all'intelligenza umana. Gli Stati Generali dovranno servire anche a indagare sulla presenza e sul lavoro di Agea, per capire se continuare a pagarla o trovare una soluzione diversa".
In questo sistema spezzato, gli stessi agricoltori faticano a pagare i servizi offerti dalle associazioni o dai tecnici: "le associazioni di categoria sono chiamate a un profondo rinnovamento e la Cia ha già iniziato a muoversi in questa direzione. Abbiamo ben chiaro il quadro delle criticità e gli obiettivi che vogliamo conseguire. Si parte dalle inefficienze per rimuoverle e costruire una struttura più dinamica, attenta ai bisogni reali e attuali degli agricoltori. Ho assunto da poco tempo l'incarico di presidente, ma dopo una prima fase di analisi, questo diventerà uno degli obiettivi principali del mio mandato".

Perugia, 12 giugno 2018

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