Si rafforza la filiera e si rende più trasparente 


Indirizzare i cittadini verso un acquisto consapevole delle carni, delineare una strategia nazionale condivisa, facilitare le relazioni economiche tra i diversi attori della filiera, favorire la creazione di valore e una equa distribuzione lungo la filiera e rafforzare e ricreare un nuovo legame con il consumatore: è questa la finalità di "OI - Organizzazione interprofessionale" della carne bovina italiana. L'accordo, a livello nazionale, è stato siglato oggi a Roma da Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Uniceb e Assocarni.
"Il comparto della carne bovina è strategico per il nostro Paese, con oltre un terzo dei 10 miliardi di fatturato complessivo del settore e – afferma Domenico Brugnoni, presidente Cia Umbria - conta oltre 80 mila addetti. In Umbria, si registra una sofferenza per la zootecnia, con un calo sensibile degli allevamenti di bovini (-24,5 per cento) e una riduzione più contenuta del numero dei capi (4 per cento). Più allarmante la situazione del comparto suinicolo dove risultano 759 aziende che allevano 180.832 capi, con una diminuzione regionale degli allevamenti dell'89,8 per cento, mentre i capi sono scesi del 24,3 per cento. A fronte di una riduzione dei margini di guadagno degli allevatori, sono aumentati i costi di produzione (mangimi ed energia per le stalle) e gli oneri finanziari e burocratici per adeguamenti sanitari, ambientali e urbanistici. Gli allevatori umbri chiedono, in coerenza con il Piano zootecnico regionale, continuità per le misure del PSR del benessere animale rivolte a sostenere non l'ingrasso, ma la linea vacca-vitello, che permetta agli imprenditori di fare investimenti e raggiungere maggiore qualità delle produzioni e sostenibilità ambientale".
Per Mirco Biocchetti, allevatore e presidente Cia Perugia – occorre "dare attuazione al Piano zootecnico non tagliando linearmente i contributi a tutti, ma compiendo scelte adeguate a vantaggio della qualità. Alla Regione chiediamo certezze per le aziende zootecniche che vogliono continuare a produrre e investire per rendere il settore anche in Umbria più sostenibile moderno e competitivo" .
L'Accordo "OI" offrirà anche alle produzioni umbre (tutte di qualità, tracciate e in molti casi IGP e certificate) sbocchi di commercializzazione più stabili sui mercati regionali e nazionali.
La richiesta di qualità da parte del consumatore è attestata dall'incremento dei capi allevati certificati appartenenti all'Igp "Vitellone bianco dell'Appennino Centrale" che, pur in un momento di difficoltà economica per le famiglie, sono passati da 6.793 del 2002 a 18.936 del 2016.
L'accordo ha l'obiettivo di valorizzare un prodotto d'alto valore nutrizionale e di ribaltare le abitudini degli umbri che, a seguito della crisi economica, hanno modificato la propria alimentazione, mangiando sempre meno carne.
I NUMERI DELLA CARNE BOVINA IN ITALIA
- In Italia il consumo procapite di carne (totale) è di 79 chili circa, uno dei più bassi di Europa (Spagna 99,5 Danimarca 109,8 Francia 85 Germania 86).
- Il consumo procapite di carne bovina è circa 17,5 chili. In 10 anni da 2005 al 2015 è passato da 25 chili a 17,4 chili (meno 30,4 %). Dai primi dati del 2016 si stima un ulteriore calo del 5%.
- Sul consumo medio di carne fresca in Italia, la carne bovina rappresenta il 33% in peso ed il 44% in valore.
- La consistenza totale di capi bovini in Italia (compreso le vacche da latte) è scesa tra il 2005 ed il 2015 da 6,2 a 5,8 milioni di capi (meno 6%)
- Le macellazioni di carne bovina in Italia sono scese tra il 2005 ed il 2o15 da 1,1 milioni di tonnellate (peso morto) a 772 mila tonnellate (meno 30%)
- In numero di capi, le macellazioni bovine erano 3,2 milioni nel 2007 e 2,6 milioni nel 2016 (diminuzione del 19%)

Perugia, 14 giugno 2017

Valorizzare e promuovere l'uso delle fibre naturali, dall'alpaca alla seta, passando per il lino, la lana e la canapa, intese come fonte di benessere per la persona e come nuovo impulso all'economia: è quanto emerso dal settimo simposio internazionale sui camelidi in corso ad Assisi dallo scorso lunedì, fino a domani. Il seminario è ospitato, per la prima volta, in Umbria e raccoglie le testimonianze di numerosi paesi del mondo, dal Perù, alla Francia, alla Germania. Oltre 60 le produzioni scientifiche che sono state discusse, nella tre giorni, sugli animali da fibra, in particolare alpaca, lama e pecore da lana.
"L'incontro – commenta Gianni Berna, allevatore di alpaca dal 1997, a Umbertide
e associato Cia – è stato un importante momento di confronto fra paesi e problematiche diverse. E' stata anche affrontata la questione del cambiamento climatico e di quanto esso influenzi gli allevamenti di alpaca, soprattutto nelle Ande". Per Berna, il meeting ha messo in luce "una realtà sempre più emergente su cui Cia Umbria sta lavorando per rafforzare la presenza di questa filiera sul territorio".
L'iniziativa è, infatti, in linea con il progetto Tessile Umbro Naturale, promosso dalla 3A-PTA, che ha visto la collaborazione di vari partner, tra cui CIA Umbria Servizi all'Impresa S.r.l., l'Università di Camerino – Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, l'Università degli Studi di Perugia – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Assocapana s.r.l, Maridiana Alpaca S.a.s. di G. Berna & C., Azienda Silvo Pastorale di Valle Oblita Soc. Coop. Agr., Azienda Agricola Bernardo Laureti, Società Semplice Agricola La Fornace, Cardinali & C. S.p.A.
"Il progetto Tun – spiega Catia Mariani, direttore Cia Umbria – coniuga tradizione e innovazione nei filati 100 per cento made in Umbria".
Tun ha la finalità di sviluppare tre importanti filiere agro-industriali: quella riguardante le fibre di origine animale (lana d'alpaca, mohair e sopravissana); le fibre vegetali (canapa); e piante tintoree (guado) per arrivare a definire in fase prototipale quello che sarà il tessuto certificato 100 per cento umbro che mette in relazione due dei più importanti settori dell'economia regionale: agricoltura e tessile.

Perugia, 13 giugno 2017

E' stato pubblicato sul sito INAC-CIA l'avviso dell'uscita del bando di Servizio Civile 2017 per la selezione di 47.529 volontari da impiegare in progetti in Italia e all'estero. L'INAC vede finanziati 13 progetti in Italia e 1 all'estero. Tra questi c'è anche quello presentato per l'Umbria (traguardi sociali 2017 - Inac Umbria) che prevede l'attivazione di 20 volontari da impiegare presso gli uffici del Patronato. Ha durata annuale, con un impegno medio per i volontari di 30 ore settimanali su 5 giorni e un compenso netto di € 433,80.

La scadenza per la candidatura è previsita per il giorno lunedì 26 giugno p.v.   

bando SCN 2017

Questo sito fa uso di cookies per migliorare l'esperienza di navigazione e per fornire funzionalità aggiuntive. Si tratta di dati del tutto anonimi, utili a scopo tecnico o statistico, e nessuno di questi dati verrà utilizzato per identificarti o per contattarti. Questo sito potrebbe fare uso di cookies di terze parti. Maggiori dettagli sono presenti sulla privacy policy. Questo sito potrebbe fare uso di cookies di profilazione. Maggiori dettagli sono presenti sulla privacy policy. Cliccando il bottone Ho capito, confermi il tuo consenso a questo sito di salvare alcuni piccoli blocchi di dati sul tuo computer. Per saperne di più su cookies e localStorage, visita il sito Garante per la protezione dei dati personali
Maggiori informazioni Ho capito