Dubini: vantaggi anche per la vitivinicoltura umbra, ma non tratta di turismo enogastronomico

Con il definitivo via libera della Camera dei deputati, dal 28 novembre l'Italia è il primo Paese europeo a dotarsi di un unico testo di legge per il settore vitivinicolo.
"Il provvedimento approvato - ha dichiarato Giovanni Dubini, vicepresidente della Cia dell'Umbria - contiene semplificazioni e facilitazioni per gli imprenditori del settore, da sempre auspicate dalla nostra Confederazione; in particolare esso appare decisamente orientato verso la riduzione del carico burocratico, l'innovazione e la valorizzazione di un comparto, quello del vino, strategico per il nostro Paese e con un fatturato annuo di oltre 14 miliardi. Per la verità ci saremmo aspettati riferimenti precisi anche per il turismo enogastronomico che rappresenta, ormai, un'attività di importanza strategica per lo sviluppo dei nostri territori; ma il testo non li contiene e questo lo rende in qualche modo carente pur non inficiando il nostro giudizio complessivamente positivo anche se una valutazione definitiva sarà possibile solo dopo la pubblicazione dei regolamenti attuativi".
"Anche per la vitivinicoltura umbra – ha proseguito Dubini – le nuove disposizioni offrono un quadro operativo molto più favorevole con la possibilità di introdurre in etichetta informazioni più dettagliate per il consumatore e di recuperare e salvaguardare i vigneti coltivati in aree soggette a dissesto idrogeologico o in zone di particolare pregio paesaggistico.
Ci auguriamo pertanto – ha concluso il vicepresidente regionale della Cia – che i regolamenti attuativi vengano predisposti presto e bene per consentire al comparto di beneficiare efficacemente dei nuovi provvedimenti."
Il Vino Umbro in sintesi
La superficie vitata dell'Umbria è pari a circa 13mila ettari (1,9 per cento di quella nazionale) e la produzione regionale di vino, a seconda delle annate, varia dall'1 all'1,5 per cento del dato nazionale. I vini di qualità prodotti in Umbria sono 21 e, precisamente: 2 Docg (Torgiano Rosso Riserva e Montefalco Sagrantino), 13 Doc (Torgiano, Orvieto, Montefalco, Amelia, Colli Perugini, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Altotiberini, Assisi, Lago di Corbara, Rosso Orvietano, Spoleto e Todi), 6 Igt (Umbria, Bettona, Cannara, Spello, Allerona e Narni).

Perugia, 1° dicembre 2016

Domenica un'opportunità per conoscere l'agricoltura 10 fattorie didattiche apriranno le porte ai cittadini

Il Gruppo di Interesse delle Fattorie Didattiche della Cia dell' Umbria ha organizzato, per domenica 4 dicembre, una giornata nelle aziende agricole sul tema: "Aspettando il Natale in Fattoria". Un'occasione per poter passare un pomeriggio in famiglia, immersi nella natura e nell'atmosfera Natalizia. Nelle dieci aziende che apriranno le porte ai cittadini, dislocate su tutto il territorio regionale, si terranno attività da condividere con grandi e bambini, tra passeggiate nel bosco, percorsi con gli animali, realizzazione di piccole decorazioni natalizie con materiali naturali, riscoperta di antichi mestieri e tradizioni e dolci creazioni da gustare tutti insieme. E' possibile partecipare contattando direttamente le aziende (di seguito l'elenco e la loro dislocazione sul territorio regionale, in allegato la locandina dell'evento).

Perugia, 28 novembre 2016

 Fattorie didattiche

cartina Umbria fattorie

 

L'iniziativa della Confederazione con Aiel e Turismo Verde a Umbertide (PG). Obiettivo: discutere idee e proposte per contribuire al risparmio energetico e ridurre le emissioni di anidride carbonica nelle strutture agrituristiche. Sfruttare le potenzialità del legno, fonte "green" che crea più valore aggiunto e occupazione.

Perugia, 22 nov - Anche gli agriturismi possono contrastare i cambiamenti climatici e contribuire a "salvare" il Pianeta, riducendo il conto energetico e aumentando l'efficienza delle strutture con la scelta di fonti "green". A partire dal legno. Questo il messaggio venuto fuori da "Agriturismi Fossil Free", l'iniziativa organizzata oggi a Umbertide, in provincia di Perugia, da Cia-Agricoltori Italiani con Aiel e Turismo Verde.
"È prioritario in Italia ridurre i consumi di energia attraverso l'efficientamento degli edifici e sostituire le fonti fossili di energia con le rinnovabili", ha dichiarato in apertura di lavori Domenico Brugnoni, presidente di Aiel-Associazione italiana energie agroforestali e presidente di Cia Umbria. Da questo punto di vista "le strutture agrituristiche possono fare molto -ha aggiunto- e contribuire in modo significativo al risparmio di energia primaria e di emissioni clima alteranti".
"Gli agriturismi associati alla Cia scelgono l'efficienza per un turismo sostenibile -ha spiegato il presidente nazionale Dino Scanavino-. Perché clima, difesa dei suoli, sicurezza alimentare, tutela del verde e del paesaggio, sono questioni vitali che vanno messe al centro della politica e anche dell'azione degli imprenditori agricoli. Perché il settore può diventare sempre di più un alleato fondamentale per combattere il cambiamento climatico".
E la prima fonte rinnovabile molto importante e "a portata di mano" per gli agriturismi è il legno. Il comparto "legno-energia" infatti -si è rilevato durante i lavori del convegno- in Italia ha potenziali di sviluppo notevoli che consentono di ottenere benefici socioeconomici e ambientali per la collettività.
Innanzitutto, a parità di calore prodotto, le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2 della rinnovabile legno. Poi, sulla base dell'analisi ambientale del ciclo di vita, è stato dimostrato che l'impatto ambientale di una moderna caldaia domestica a biomasse è 6 volte inferiore rispetto a una caldaia a olio combustibile e 5 volte inferiore rispetto a una caldaia a combustibili fossili gassosi (Gpl e metano).
Inoltre, la sostituzione delle fonti fossili con il legno crea valore aggiunto e occupazione a livello locale, incrementa il potere di acquisto delle comunità locali, migliora la sicurezza nell'approvvigionamento energetico e riduce le emissioni climalteranti: per ogni 70 tonnellate di legna che si utilizzano in apparecchi e caldaie si creano da 120 a 230 ore di lavoro l'anno (il gasolio per la stessa quantità di energia crea 20 ore di lavoro/anno e il metano 10 ore/anno); in media le filiere bioenergetiche, basate su materia prima legnosa locale, creano 7,5 volte più occupazione rispetto al gasolio e ben 15 volte più occupazione rispetto ai combustibili fossili gassosi (Gpl e gas naturale).
Va anche ricordato -come emerso dal convegno di Cia, Aiel e Turismo Verde- come oggi le foreste europee crescono di 322 mila ettari l'anno (un campo da calcio al minuto) e tuttavia la valorizzazione del legno locale come materia prima e per l'uso energetico moderno è ancora molto limitata rispetto al potenziale. L'Italia in questo senso è, dopo Cipro, maglia nera in Ue.

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