L'allarme lanciato da Luca Focaccetti, presidente dell'associazione giovani agricoltori di Cia Umbria

"Favorevoli a transizione ecologica e a seguire certi disciplinari, ma con un reddito dignitoso"

PERUGIA – "In una stagione dove si lotta, concedetemi il termine, per riuscire a portare a casa il prodotto agricolo fra clima impazzito, piogge eccessive, infestanti difficili da trattare, date le limitazioni dei disciplinari fitosanitari, e costi di produzione con un 40% di aumento rispetto al 2020, ci troviamo ad affrontare un listino merci poco in linea con le necessità reali e che va a indebolire ulteriormente aziende già̀ in difficoltà". Così Luca Focaccetti, presidente associazione giovani agricoltori (Agia) di Cia Umbria che testimonia uno degli effetti che la tanta acqua e l'umidità di questi giorni hanno provocato nella raccolta. "In questi giorni il prezzo di uscita dell'orzo secondo il bollettino di Perugia, è 14 euro il quintale. Noi produttori non possiamo che sperare in un aumento".

Le piogge abbondanti tra maggio e giugno hanno scongiurato lo spauracchio di una siccità grave, come quella del 2022. Tuttavia, qualche problema lo stanno creando ai raccolti del grano e dell'orzo che hanno sofferto per l'eccesso di umidità. Ciò ha comportato l'insorgenza di malattie fungine, che stanno penalizzando ulteriormente le produzioni, con l'inevitabile calo del peso specifico in questa fase di raccolta.

A preoccupare gli operatori del settore è soprattutto l'imponderabilità di quanto accadrà nel medio-lungo termine e, di conseguenza, l'impossibilità di mettere in atto azioni e strategie efficaci per tutelare la filiera cerealicola: perché i problemi esistono sia a monte, cioè in fase di produzione per il rincaro dei costi energetici e dei concimi, che a valle, dove comunque il costo del grano e dell'orzo è diminuito rispetto al 2022.

Senza una sostenibilità economica del produttore, di questo passo, assisteremo ad un ulteriore abbandono delle aziende agricole, già dimezzate negli ultimi due decenni. Basti sapere che solo in Umbria, secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia, risulta un 20 per cento di terreni abbandonati rispetto al 4 per cento della media nazionale. Altro elemento da non sottovalutare è il mancato ricambio generazionale nel settore primario, che significa una sempre più scarsa presenza di giovani in agricoltura.

"Se nel periodo prima del conflitto russo-ucraino era difficile essere competitivi con i mercati mondiali - continua Focaccetti - , dove in alcuni paesi le limitazioni che riguardano concimi e interventi fitosanitari sono meno stringenti, ora che i costi energetici sono alle stelle e di conseguenza i costi di produzione triplicati, dobbiamo anche affrontare il futuro con dei prezzi che non tengono conto dei cambiamenti in atto e delle spese moltiplicate.

Le basse rese e le problematiche climatiche metteranno a dura prova l'annata agraria 2023 e di conseguenza quelle successive. Vorrei fosse chiara la tesi che vado a sostenere: con i prezzi attuali dei cereali italiani una piccola o media azienda è destinata a soccombere, non vi è alcuna possibilità̀ di competere nel settore o rinnovarlo.

C'è la necessità di nuove riforme agricole che hanno come obiettivo finale da un lato il sostegno a quei giovani che vorrebbero inserirsi nel settore, attualmente bloccati dalla burocrazia, dai costi e dall'idea che le produzioni sono ormai appannaggio solo di grandi aziende, dall'altro un supporto concreto e costante a quegli imprenditori agricoli che di fronte al clima, all'aumento dei costi, alle difficoltà legate alla manodopera, alla burocrazia, agli errori "involontari" dovuti a un lavoro che non finisce mai nel campo, ma si concretizza nella ricerca, nei finanziamenti, nei progetti che spesso hanno tempi lunghissimi, all'interno dei quali un agricoltore perde la ragione di ciò̀ che sta facendo.

Poi si volta su Instagram o Facebook e nota come la "gente" del web, almeno la maggior parte di essa, non batte ciglio per comprare un bene di lusso senza alcuna utilità̀ pratica, ma conta il centesimo quando deve acquistare prodotti agricoli. Noi siamo artigiani delle materie prime.

Io credo ci sia bisogno di una rieducazione alimentare che contrasti questo consumismo sfrenato che non guarda più̀ in faccia a nessuno.

C'è la necessità di un cambiamento di rotta generale che interessi tutti i livelli del settore dal consumatore al legislatore. Noi produttori siamo pronti e favorevoli alla transizione ecologica e a seguire certi disciplinari, ma vogliamo essere supportatati da un mercato che ci dia un reddito dignitoso".

Cia da tempo sta lavorando per mettere in rete i produttori e i trasformatori locali con i cittadini così da poter agevolare la sostenibilità economica e ottenere, così, dall'agricoltore sostenibilità ambientale e sociale. Progetto che in Umbria sta prendendo forma nell'alta valle del Tevere, a Orvieto, Perugia e Polino.

Cia Agricoltori italiani dell'Umbria

Ufficio stampa

Cristiana Mapelli 338 350302

È stato presentato a Perugia il rapporto annuale di Bankitalia 2022 "L'economia dell'Umbria". Per ciò che concerne il comparto primario regionale, i dati indicano come questo sia il settore più esposto ai rischi dovuti al cambiamento climatico, con un calo significativo dei principali raccolti, su cui ha pesato la maggiore frequenza e intensità di eventi estremi legati al maltempo.


Anche gli investimenti innovativi sono poco diffusi in agricoltura, a causa dell'elevata età media degli imprenditori, del grado d'istruzione ancora modesto e dello scorso ricambio generazionale, oltre che della ridotta presenza femminile.


Inoltre, i rischi connessi alla transizione energetica, divenuta più urgente a seguito dei forti rincari delle relative materie prime e dell'esigenza di ridurre la dipendenza dalla Russia, sono particolarmente rilevanti per l'Umbria a causa degli elevati fabbisogni di energia.


Secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia, risulta inoltre che negli ultimi due decenni si è assistito ad un dimezzamento del numero di aziende agricole con un 20 per cento di terreni abbandonati, rispetto al 4,9 per cento della media nazionale.


Infine, si è registrato un aumento del reddito per elevato sostegno pubblico: 57 per cento contro il 45 per cento del 2008/10 e una media nazionale del 34,4 per cento.

La ricognizione dei danni effettuata da Cia Agricoltori Italiani dell'Umbria mette in luce molte criticità.
"Produzioni minori in termini di quintali e qualità inferiore che mettono a rischio la sostenibilità economica di tantissimi imprenditori agricoli".

PERUGIA - Piogge persistenti da troppo tempo che hanno causato situazioni molto difficili nei campi e nelle vigne di molti agricoltori. La mappa dei danni tocca l'Umbria tutta, da nord a sud, come raccontano i produttori agricoli locali. Nemmeno il clima favorevole di questi giorni, che ha visto le temperature in salita e lo stop alle piogge, potrà migliorare la situazione attuale.


E' quanto viene illustrato da una prima ricognizione effettuata da Cia Agricoltori Italiani dell'Umbria sulle problematiche che si sono manifestate nei vari territori.


"A causa delle problematiche ambientali – spiegano da Cia Umbria - è oramai realtà l'incubo di produzioni minori in termini di quintali e qualità inferiore del prodotto. Questo significa sostenibilità economica a rischio per tantissimi imprenditori agricoli. Difficoltà che si acutizzano quando gli agricoltori hanno difficoltà a trovare la disponibilità delle aziende assicuratrici che offrono una compensazione finanziaria a chi viene colpito dai disastri. Come, ad esempio, nel caso dei cereali dove risulta dove l'utilizzo di fitofarmaci per contrastare l'espulsione di malattie risulta impossibile, visto che la trebbiatura è alle porte e il prodotto rischierebbe di avere residui nel raccolto". Ecco perché, come sottolinea Cia, occorre un piano condiviso con il mondo assicurativo per garantire maggiori tutele alle imprese con polizze costruite sulla base delle necessità degli agricoltori.


"I campi di grano sono completamente allettati – ha spiegato Patrizia Corsetti dell'impresa agricola Foglia a Montecastrilli - , compressi sotto il peso della pioggia che non ha quasi mai dato tregua, e la presenza di acqua e umidità presenta il rischio di raccolti marciti e le condizioni ideali per la diffusione di patogeni fungini, come la ruggine. Con poca esposizione al sole e tanta acqua, le spighe del grano risultano essere povere, e questo significa meno chicchi e una conseguente produzione inferiore".


Non meno grave la situazione nelle colture foraggere. "La preoccupazione è tanta – spiega Marita Florentina Lucia Catana della società semplice agricola Catana a Narni, nel Ternano - . Il prodotto è seriamente compromesso, per ora possiamo dire che è a rischio non solo la produzione, ma anche la qualità del prodotto".


Ancora più critica la situazione nella coltivazione del trifoglio, destinato alla produzione di foraggi e utilizzato nella rotazione colturale. "Non è stato possibile fare il primo stralcio - racconta Raffaele Antonini della società agricola Il Monico sempre nel Ternano– le difficoltà riscontrate hanno messo a rischio la resa e la qualità del prodotto".


Per le aziende zootecniche il danno sul fieno è enorme a causa del protrarsi delle piogge che hanno fatto essiccare gli erbai sul campo, rendendoli quasi inutilizzabili per alcune tipologie di allevamenti.
La ricognizione di Cia ha messo in luce anche le problematiche nel settore del tabacchicolo. "La pioggia di queste settimane ha causato forti ritardi impendendo a tratti il trapianto – ha detto Luca Focaccetti produttore di tabacco, grano e vino a Umbertide - . Ritardare il trapianto significare ritardare il ciclo della coltura e avere un prodotto di qualità inferiore a quelle maturate prima".


Di sicuro la pioggia, l'umidità ha portato tante infestanti, quindi più in generale avremo un prodotto più "sporco" che andrà lavato, pulito meglio con maggiori costi.


Uno sguardo anche alle coltivazioni cerealicole. "Con le piogge dei giorni scorsi appena arriverà il caldo ci sarà un'esplosione di malattie funginee che porterà grossi danni alle rese e alla qualità, con significativa riduzione del prezzo di vendita – ha spiegato Fabrizio Busti, presidente di Cia Terni - . Grossi danni si trovano anche nei vigneti dove, le lunghe piogge, hanno dato il via all'esplosione di peronospera, impossibile da trattare".

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