"L'obiettivo è, in un mondo così complesso e con delle difficoltà – ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria - , in parte dovute alle nostre azioni e in parte no, portare ad una nuova riflessione e cercare soluzioni nuove o diverse per una sostenibilità economica, ambientale e sociale". Così Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori italiani dell'Umbria, ha aperto l'incontro "Le agricolture umbre al centro" organizzato durante Agriumbria. Al centro del dibattito temi come le aree interne, le filiere, l'ambiente e la Pac per valutare anche le nuove progettualità da mettere in campo per costruire un futuro in cui il settore torni ad essere realmente primario. Al dibattitto hanno partecipato Denis Pantini (responsabile business unit agrifood e wine monitor Nomisma), Angelo Frascarelli (presidente Ismea), Maurizio Zara (presidente Legambiente Umbria), Luca Federici (direttore regionale per il coordinamento Pnrr della Regione Umbria) e Franco Garofalo (autorità di gestione della Regione Umbria) ed è stato invitato Roberto Morroni (assessore regionale all'Agricoltura) mentre le conclusioni sono state fatte da Cristiano Fini (presidente nazionale di Cia). All'incontro ha partecipato anche il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra.

GLI INTERVENTI
Al dibattito di Cia Umbria è intervenuto il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra che ha sottolineato che tra le priorità del Governo ci sono "un serio piano di contenimento della fauna selvatica e un nuovo slancio anche al settore oleario, che soffre della concorrenza di prodotti provenienti da tutta la fascia mediterranea. Per quanto riguarda l'Umbria, solo pochi giorni fa è stato sottoscritto un accordo storico tra Masaf e JTI, dove era presente Cia Umbria, che garantirà l'acquisto nel prossimo triennio di tabacco italiano e ciò significa una boccata di ossigeno per tutto il settore".

Franco Garofalo (autorità di gestione della Regione Umbria), tra vecchia e nuova programmazione, ha fatto il punto sul complemento di sviluppo rurale dell'Umbria partendo dalle priorità strategiche individuate. "Il complemento di sviluppo rurale per l'Umbria 2023 – 2027 è uno strumento che rappresenta un'opportunità importante alle imprese agricole e agroalimentari grazie ad una dotazione finanziaria significativa: 535 milioni di euro. Le sfide sono quelle di ammodernare e rendere efficiente il comparto agricolo regionale, favorire uno sviluppo rurale intenso e lavorare per affrontare le emergenze attuali, senza perdere di vista gli obiettivi che il settore primario umbro sta raggiungendo grazie ai fondi europei".

Di sostenibilità economica, invece, ha parlato Angelo Frascarelli, presidente Ismea, sottolineando quali sono i grandi cambiamenti che stanno caratterizzando il mondo agricolo e zootecnico. "Sostenibilità, salute e innovazione: le imprese agroalimentari avranno successo se sapranno seguire contemporaneamente queste direzioni". Produttività e sostenibilità, competitività e ambiente sono concetti che devono andare insieme. Chi li mette in contrapposizione tra loro non è realista. L'incremento della produzione agricola e della sua sostenibilità saranno realizzabili solo con un ingente sforzo di ricerca e innovazione a tutti i livelli da trasferire agli agricoltori".

E' intervenuto anche Luca Federici, direttore per il coordinamento Pnrr della Regione Umbria che ha fatto il punto sulla spesa del Pnrr per l'Umbria e sui prossimi bandi europei in uscita dedicati all'agricoltura. "Interventi suddivisi in due sottomisure: la prima per l'ammodernamento dei frantoi oleari (per l'Umbria 3.786.422,96 euro) e la seconda finalizzati all'ammodernamento dei macchinari agricoli che permettono l'introduzione di tecniche di agricoltura di precisione, con una dotazione regionale di 10.064.056,25 euro)".

Di cambiamenti climatici, inoltre, ha parlato Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria. "Nell'ultimo rapporto uscito dieci giorni fa l'IPCC identifica quattro categorie di rischi-chiave sui cambiamenti climatici, tra cui i rischi di scarsità di risorse idriche e i rischi per la produzione agricola. L'agricoltura deve quindi adattarsi velocemente al clima che cambia, ad esempio abbandonando o limitando sempre più le coltivazioni idroesigenti e innovando la propria capacità di approvvigionarsi e di utilizzare efficientemente la risorsa idrica, e l'energia.
Lo stesso report ci dice anche che siamo ancora in tempo per evitare le conseguenze più gravi, dobbiamo però agire convintamente e urgentemente, cosa che non stiamo ancora facendo; proprio l'agricoltura può svolgere un ruolo chiave. La transizione ecologica non è più quindi, o non è mai stata, una "roba da ambientalisti", e diventa sempre più evidentemente l'unica via per avere un qualche futuro"
Nelle conclusioni, Cristiano Fini, ha parlato anche di cambiamenti climatici e di sostenibilità ambientale. "La zootecnica italiana è sostenibile, eppure deve ancora difendersi da visioni allarmistiche che incidono negativamente sulla filiera e sui consumatori. I nostri allevatori sono pronti a cogliere anche la sfida della transizione ecologica, con strumenti e risorse adeguate. Occorre ribadire la centralità economica, ecologica ed economica delle tante agricolture che abbiamo sui territori".

Aree interne, Pnrr, filiere e sostenibilità economica e ambientale al centro del dibattito organizzato dalla Confederazione Agricoltori Italiani dell'Umbria

La presenza in fiera al padiglione 7, stand 60

PERUGIA – Rimettere le agricolture al centro del Paese e dell'Umbria. Alla luce della nuova programmazione e della complessità sistemica dentro al quale si trova il settore primario, Cia Agricoltori Italiani dell'Umbria ha organizzato durante la mostra mercato dell'agricoltura e della zootecnica Agriumbria a Umbriafiere l'incontro "Le agricolture umbre al centro. Le sfide e le opportunità della nuova programmazione comunitaria" in programma per sabato Primo aprile dalle ore 10 nella sala Maschiella. L'evento si aggiunge alla presenza di Cia Umbria ad Agriumbria allo stand 60 padiglione 7 per dare informazioni sia alle imprese che ai cittadini e promuovere le proprie attività e servizi.

Ad entrare nel dibattito dell'incontro, insieme al presidente di Cia Umbria Matteo Bartolini, Denis Pantini (responsabile business unit agrifood e wine monitor Nomisma), Angelo Frascarelli (presidente Ismea), Maurizio Zara (presidente Legambiente Umbria), Luca Federici (direttore regionale per il coordinamento Pnrr della Regione Umbria) e Franco Garofalo (autorità di gestione della Regione Umbria) ed è stato invitato Roberto Morroni (assessore regionale all'Agricoltura). Concluderà gli interventi Cristiano Fini (presidente nazionale di Cia). Temi come le aree interne, le filiere, l'ambiente e la Pac saranno al centro del dibattito per valutare anche le nuove progettualità da mettere in campo per costruire un futuro in cui il settore torni ad essere realmente primario. L'obiettivo è, in un mondo così complesso e con delle difficoltà, in parte dovute alle nostre azioni e in parte no, portare ad una nuova riflessione e cercare soluzioni nuove o diverse per una sostenibilità economica, certo, ma anche ambientale e sociale. Al termine della conferenza sarà possibile degustare le birre prodotte con luppolo 100% umbro di Luppolo made in Italy.

La stampa è invitata a partecipare

Luppolo e birra artigianale sempre più prodotti agricoli legati al territorio, come l'olio e il vino. Del modello di innovazione, aggregazione e sostenibilità creato dalla Rete di imprese

"Luppolo Made in Italy", sostenuto dalla Regione Umbria, se ne è parlato a Perugia durante la tappa umbra dell'Italy Beer Week.

Al link è possibile rivedere l'incontro e scaricare le immagini video

https://www.youtube.com/watch?v=5gIrpmbdYkA

PERUGIA – Luppolo e birra artigianale come prodotti agricoli legati al territorio, ormai quindi come l'olio e il vino. Quello che sembrava solo un sogno ora è realtà visto che è possibile oggi una birra tutta made in Umbria, con l'obiettivo presto anche di un marchio Igt.

Ora c'è davvero tutto, dalla ricerca alla produzione fino alla filiera, grazie al bando sulla Filiera corta del Luppolo in Umbria con il quale la regione si sta caratterizzando come leader nazionale nella produzione di luppolo.

Questi i temi della tappa umbra della "Italy Beer Week", contrassegnata dalla presentazione di quello che ormai è il modello umbro di filiera del luppolo, fatto di innovazione, aggregazione e sostenibilità, che proprio dall'Umbria è partito facendo scuola a livello nazionale.

In occasione dell'importante evento dedicato alla birra, che si sta svolgendo in tutta Italia (20-26 marzo 2023), venerdì 24 marzo a Perugia, nella sede Brand Culturale (agenzia creativa multidisciplinare che lavora proprio sulle progettualità condivise e sulle sinergie), oltre che in diretta social e su YouTube, si è svolto un "Beer&Hop Talk" dal titolo "La Filiera corta del Luppolo in Umbria: un modello di innovazione, aggregazione e sostenibilità".

L'esperienza virtuosa umbra è resa possibile grazie alla Rete di imprese "Luppolo Made in Italy", con sede a Città di Castello, realtà che opera grazie al Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria che ha introdotto una Misura di sostegno allo sviluppo della Filiera del Luppolo e una Misura di sostegno alla promozione del Luppolo prodotto in Umbria.

"Grazie ad Italy Beer Week – ha affermato Stefano Fancelli, presidente di Luppolo Made in Italy - portiamo all'attenzione del mondo della birra l'esperienza della filiera del luppolo umbro, visto che quello della Regione Umbria è il primo bando di promozione della filiera corta del luppolo a livello nazionale. Siamo quindi a disposizione del mondo della birra artigianale italiana anche per superare il concetto di bevanda della socialità e arrivare a quello di eccellenza del Made in Italy. Considerare luppolo e birra artigianale tra i prodotti italiani di eccellenza è la novità assoluta".

Per Roberto Morroni, vicepresidente Regione Umbria e assessore regionale all'agricoltura, far partire dall'Umbria la filiera nazionale del luppolo è stata una "sfida". "Abbiamo il coraggio di osare e di guardare avanti perché lo possiamo fare" ha detto Morroni per poi aggiungere: "Ci siamo messi alla prova per vedere quello che oggi non c'è. Mi piace quando si parla di utopia, qualità e sinergie. In Umbria abbiamo tutto, dalla ricerca con il Cerb fino alla rete di produttori che hanno conquistato un ruolo di evidenza nel panorama della produzione. Su questo abbiamo utilizzato risorse del Psr per creare la filiera luppolo". Tutto mosso da una "precisa volontà politica" ha proseguito Morroni: "Non ci interessa una agricoltura mantenuta, quella da contributi comunitari che oggi è maggioritaria. Questa situazione transitoria non vale all'infinito. L'impresa agricola deve essere messa nelle condizioni di fare profitto producendo ricchezza e creando valore. Per far questo occorre l'aggregazione, perché piccolo e solo non è più sinonimo di bello. Bisogna metterci insieme per creare qualcosa di più grande".

Di "lavoro importante" svolto con tutti gli attori della filiera ha parlato Matteo Bartolini, vicepresidente nazionale CIA e presidente regionale Umbria, sottolineando poi che questo ha portato a compimento "un progetto di ricerca condiviso con la Regione che ha messo in piedi il primo bando regionale sul luppolo a livello nazionale". "Oggi – ha aggiunto – c'è un consumatore più attento e alle sfide dell'agricoltura va dato un nuovo quadro di opportunità. Ed in questo caso si può parlare di 'glocalizzazione' per identificare un prodotto e legarlo al territorio anche come veicolo di promozione turistica".

La Italy Beer Week è l'evoluzione della Settimana della Birra Artigianale, iniziativa che dal 2010 celebra la birra di qualità, nazionale e straniera. L'edizione 2023 vede la partecipazione di 350 aderenti in tutta Italia, che stanno proponendo eventi e promozioni a tema.

L'Umbria non poteva mancare quindi ed è stata così sotto i riflettori con il suo modello di Filiera del Luppolo, punto di riferimento nel panorama nazionale per la filiera della birra, dopo che di recente se ne è parlato anche al Beer&Food Attraction di Rimini.

"L'Umbria da sempre esprime qualità per la birra artigianale – ha sottolineato Salvatore Cosenza di Italy Beer Week – mancava solo il passo in più della filiera, necessario per dare valore, per realizzare quindi la birra come prodotto agricolo legato ai territori. Oggi l'agricoltura è pronta a supportare i birrifici".

Sull'importanza anche della ricerca, oltre che della rete di impresa, si è poi soffermata Ombretta Marconi, direttrice del CERB Centro di Eccellenza di ricerca sulla Birra dell'Università degli Studi di Perugia.

Durante l'incontro si è parlato anche delle varie esperienze che stanno nascendo di birre realizzate solo con luppolo umbro. "Quando abbiamo iniziato a ragionare sul progetto birrificio – ha dichiarato Antonio Boco di Birra Perugia e in rappresentanza di UnionBirrai Umbria – nella metà degli anni duemila l'attenzione era sulla produzione. Le cose sono cambiate, il mercato oggi è in una fase diversa, i birrifici si sono strutturati e si sono ancorati all'agricoltura, passaggio necessario per ridare alla birra lo status di prodotto 'made in Italy' legato con la filiera agricola e il territorio".

"Parlare di materia prima italiana per i birrifici sembrava impossibile – ha proseguito Marco Farchioni di Mastri Birrai Umbri – ma abbiamo dimostrato che si può fare del luppolo buono, che si può fare del malto buono. Il prossimo passo è quello di proteggere questa realtà, quella che oggi ci porta a poter realizzare una birra 'made in Umbria' e di pensare che è possibile anche un marchio Igt. Ci sono le certezze della produzione, della filiera e anche della ricerca, con il Cerb. Investiamo ancora in questa utopia".

Durante l'incontro, coordinato dalla giornalista Cristiana Mapelli, sono arrivati anche i saluti di Matteo Minelli (Birra Flea), che anche come vicepresidente nazionale di Assobirra ha sottolineato l'importanza della filiera agricola come opportunità di crescita della qualità e del valore dei nostri marchi nazionali e regionali di birra.

Umbria quindi sempre più "terra della birra", tanto che si sta pensando, come ha annunciato infine il presidente di "Luppolo Made in Italy" Fancelli, anche a un grande "Festival della birra umbra" con il coinvolgimento di tutti i birrifici della regione e degli altri attori della filiera.

Al link è possibile rivedere l'incontro e scaricare le immagini video.

https://www.youtube.com/watch?v=5gIrpmbdYkA

Informazioni e contatti

www.luppolomadeinitaly.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Stefano Fancelli Tel. 329 0283038

Relazioni con la stampa

Luppolo Made in Italy - Danilo Nardoni – Tel. 349 1441173 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CIA Umbria - Cristiana Mapelli – Tel. 338 3503022 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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