L'incontro sul progetto "Rural Social ACT" per promuove processi di inclusione dei migranti ha visto la partecipazione di illustri ospiti per dare testimonianza delle azioni a contrasto del fenomeno


Bartolini (Cia Umbria): "Disseminare quelle che sono le buone pratiche di reinserimento e collocamento lavorativo in Umbria"


PERUGIA – L'agricoltura sociale come modello vincente contro il caporalato. Il tema è stato affrontato mercoledì 15 febbraio alla sala della Vaccara dove molti ospiti hanno dato il proprio contributo per mostrare la fotografia del fenomeno in Italia ma anche in Umbria e offrire lo spunto di alcuni buoni esempi da seguire. L'incontro è stata l'occasione per presentare il progetto Rural Social act, che ha visto Cia-Agricoltori Italiani capofila di 30 partner tra cooperative, consorzi, ong e associazioni che punta sull'agricoltura sociale per promuovere processi virtuosi di inclusione e re-inserimento socio-lavorativo dei migranti tramite la costruzione di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settore della formazione e dell'accoglienza.


«Agromafie e caporalato si fronteggiano con una attenzione massima partendo anche dalla collaborazione tra gli enti pubblici e le organizzazioni - ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell'Umbria promotore dell'iniziativa- . Il dato fortunatamente tiene l'Umbria un po' fuori da questa problematica, ma ciò non toglie che il livello di guardia deve essere sempre alto. Oggi anche la politica agricola comunitaria ha messo al centro del dibattito il tema del rispetto del lavoro in agricoltura e noi intendiamo lavorare con progetti come questo per disseminare quelle che sono le buone pratiche, il reinserimento e il collocamento delle persone che hanno difficoltà nel nostro paese».


A descrivere lo stato di salute dell'Umbria sono state anche le esperienze sul campo dell'ispettorato del lavoro regionale che, come sottolineano, non riguarda solo l'agricoltura, ma anche altri settori come l'edilizia, la logistica, il turismo e la grande distribuzione. «Un'occasione di confronto utile a fare il punto sul fenomeno del caporalato in Umbria – ha detto il vice presidente Morroni - , oggi marginale, e a fare squadra, attraverso la condivisione di pratiche virtuose, per la valorizzazione del lavoro e la diffusione di una cultura del rispetto dei diritti e della salute dei lavoratori del mondo agricolo. Il "Protocollo d'intesa per attività di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura", promosso dalla Regione e siglato lo scorso luglio, rappresenta un tassello fondamentale nella strategia regionale mirata a rendere l'Umbria un luogo di opportunità, di crescita economica e di sviluppo, con l'attenzione sempre rivolta alla sostenibilità economica, ambientale e sociale».


Buoni esempi di reinserimento lavorativo arrivano anche dall'Umbria, come l'esperienza portata avanti da Fabrizio Dionigi, della cooperativa sociale Ariel di Foligno. All'incontro hanno anche partecipato il direttore della Regione Luigi Rossetti, Andrea Seppoloni, ispettorato del lavoro di Perugia, Gaetano Martino direttore dipartimento di Scienze agrarie e alimentari dell'Università di Perugia, Paola Berbeglia, coordinatrice tecnica Rural Social Act, Fabio Saliceti e Marzo Biazzo, Carmela Macrì, del Crea, Marco Gargiulo, consorzio nazionale Idee in Rete, Salvatore Stingo, agricoltura Capodarco, Tiziana Esposito, direttore generale Immigrazione e Maurizio Scaccia, direttore Cia nazionale.

Cia Agricoltori italiani dell'Umbria
Ufficio stampa
Cristiana Mapelli 338 3503022

Mercoledì 15 febbraio, alla sala della Vaccara, il seminario sul progetto "Rural Social ACT" che punta sull'agricoltura sociale e promuove processi di inclusione dei migranti.


PERUGIA – "Rural Social ACT" arriva in Umbria con l'appuntamento di Perugia, che segna la chiusura del ciclo di seminari territoriali dedicati al progetto, con Cia-Agricoltori Italiani capofila, che scommette sull'agricoltura sociale per fronteggiare caporalato e agromafie, promuovendo nuovi processi di inclusione e reinserimento socio-lavorativo dei migranti tramite la costruzione di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settore della formazione e dell'accoglienza.
Il nuovo seminario dedicato al progetto si terrà mercoledì 15 febbraio dalle 14.30, a Perugia, presso la Sala della Vaccara, dalle ore 14.30. Durante il seminario verranno illustrati dati che mostrano la fotografia del caporalato in Umbria e le buone pratiche messe in atto dalle realtà del territorio per il contrasto al caporalato.

 

 

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In allegato: programma seminario

PERUGIA - Sono molte le questioni umbre che, a Roma, durante la IX Conferenza Economica di CIA Agricoltori Italiani, sono state poste al centro del dibattito e del confronto con il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma anche con gli altri autorevoli esponenti delle istituzioni italiane ed europee presenti al Palazzo dei Congressi: Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale; Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr; Janusz Wojciechowski, commissario Europeo per l'Agricoltura.


Cia Agricoltori dell'Umbria, nei giorni scorsi, era presente con una delegazione di delegati guidata dal presidente Matteo Bartolini, anche vicepresidente nazionale di Cia.


Al centro del dibattito le problematiche relative a fauna selvatica, al dissesto idrogeologico, degli squilibri di mercato, degli effetti dei cambiamenti climatici. E ancora, dalla legge sul giusto prezzo agricolo lungo la filiera al piano di insediamento abitativo nelle aree rurali, dalla sperimentazione in campo aperto delle nuove tecniche genomiche all'ora di educazione alimentare nelle scuole, dagli effetti del cambiamento climatico, alle pensioni degli agricoltori.


Tutti punti che hanno trovato spazio nel manifesto di Cia: un documento programmatico che mette nero su bianco emergenze e proposte, richiamando all'azione il Governo, per definire insieme un nuovo grande progetto di Sistema Paese con l'agricoltura protagonista, basato su quattro ambiti: rapporti di filiera e di mercato; servizi infrastrutture e aree rurali; clima energia e ambiente; orizzonte Europa. A supporto, per Cia, lo studio ad hoc di Nomisma "Le nuove sfide per l'agricoltura italiana", illustrato dal responsabile per l'agroalimentare Denis Pantini. Ritrae un'Italia in crisi e più preoccupata della media Ue per inflazione, povertà e guerra, con il 51% dei cittadini in difficoltà economiche contro il 45% del resto d'Europa. Cambiano così i consumi alimentari per l'84% dei cittadini, con lo stop al superfluo per il 46% e solo il 22% che non rinuncia alla qualità. C'è poi un'Italia agricola che si distingue per le attività connesse, come agriturismi, fattorie sociali e didattiche, agroenergie e che valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione nazionale per oltre il 10% contro una media Ue di appena il 4%.


"Gli agricoltori di Cia - ha detto Bartolini - sono protagonisti in prima persona dell'attività sindacale della loro organizzazione, fornendo contributi concreti al dibattito. La consapevolezza è quella della criticità del momento storico che stiamo vivendo a livello internazionale, ma c'è anche la fiducia nella capacità dell'agricoltura di reggere l'impatto delle crisi, attraverso le potenzialità del sistema agricolo-alimentare, guardando alle sfide europee sul fronte della nuova sostenibilità economica, ambientale e sociale".


Bartolini ha partecipato anche al panel "Orizzonte Europa" che ha visto il collegamento con Christiane Lambert, alla presidenza del Copa, l'organizzazione degli agricoltori europei, Andrea Gavinelli, commissione europea Dg Sante e Pierluigi Londero, commissione europea Dg Agri.

 

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